Mauro Sbroggiò protagonista della puntata di settembre di Insight Channel

Mauro Sbroggiò, AD di Finint Investments SGR, ha preso parte alla puntata di settembre di Insights Channel FundsPeople, format di FundsPeople attivo dal 2020 che approfondisce e dà un volto ai temi della rivista mensile offrendo spunti interessanti di dibattito e aggregazione tra i professionisti del risparmio gestito attraverso panel dedicati di volta in volta ad argomenti di interesse e attualità.


La puntata di settembre ha indagato il tema dei mercati privati: quali le evoluzioni dell’industria negli ultimi anni e quale il punto di vista e l’analisi degli esperti per un argomento che, da una parte, è protagonista di una continua evoluzione normativa e dall’altra sta riscontrando crescente interesse da parte degli investitori istituzionali e anche da quelli retail.


Sbroggiò ha esordito il suo intervento a partire dall’esperienza ultraventennale di Finint SGR nelle asset class alternative.


Quali cambiamenti abbiamo evidenziato e, tenuto conto il contesto attuale di mercato, quali sono le prospettive secondo il nostro punto di vista?


Gli esordi e i punti di forza

“Quando è stata fondata Finint SGR, nel 2004, nessuno presidiava il segmento degli investimenti alternativi sui mercati e da nicchia oggi siamo diventati mainstream. Posso dire che il settore, in questi anni, ha fatto registrare importanti cambiamenti evolutivi in termini di numeriche ma soprattutto per l’interesse che ha saputo suscitare negli investitori. I nostri punti di forza? Essere dei precursori dei mercati alternativi ci ha permesso di sviluppare, anche per merito della molteplicità dei nostri talenti, una forte cultura all’innovazione. Questo, negli anni, ci ha portato ad essere capaci di creare valore per i risparmi che ci sono stati affidati, con la diretta conseguenza di saper sviluppare abilità nel produrre valore per i nostri target, siano imprese o singoli asset”.


L’expertise 

“Nel corso degli anni ci siamo concentrati su asset class non molto presidiate sulle quali abbiamo sviluppato un’expertise importante e un forte track record. Nel settore del real estate, cito l’hotellerie, gli NPLs immobiliari e l’impact housing (social, student e senior housing). Nelle energie rinnovabili, il nostro focus è dedicato alla produzione di energia elettrica da pannelli fotovoltaici e su questa asset class siamo uno dei più grandi asset manager del mercato in Italia. Nel settore mobiliare, ci siamo dedicati al private capital, dal senior private debt fino al private equity, e al mondo degli NPE (UTP ed NPLs). Tutti i nostri team di gestione hanno esperienze di lungo corso; il turnover molto basso offre senz’altro garanzia di continuità nella gestione.


Cosa ci attende nei prossimi mesi

“Ci saranno momenti molto complicati, data la complessità delle sfide che dovremmo affrontate: la Guerra in Ucraina, i costi dell’energia; l’inflazione, il comportamento delle banche centrali. Tutti temi che richiederanno competenze e agilità ai nostri gestori. Anche a fronte di un rialzo dei tassi, le prospettive di rendimento degli alternativi continueranno a essere superiori e manterranno il differenziale di rendimento offerto dall’illiquidità dello strumento. I tassi nominali del debito pubblico, tornati positivi nel breve e su livelli di apparente soddisfazione nel lungo, non devono distrarre risparmiatore e consulente dalla realtà: un tasso di inflazione cresciuto molto di più. Ma l’investimento in asset reali protegge gli investitori dall’inflazione, perché è l’unico che in questa fase può generare dei reali ritorni positivi”.


La ricchezza nazionale, nonostante la crisi. Un punto di forza se ben gestita

“La buona notizia è che la ricchezza nazionale delle famiglie italiane si attesta in 11.000 miliardi di euro, parliamo di circa 7 volte il Pil e 4 volte il debito pubblico. Il limite è che più di metà di questa ricchezza è investita nel mattone e la restante parte è molto sbilanciata sulla parte liquida, depositi bancari e titoli di stato. Significa che il nostro Paese è tra i più virtuosi nel tasso di risparmio privato ma il rovescio della medaglia è che poco si focalizza sul segmento corporate, ovvero sul tessuto produttivo e l’economia reale del Paese, e questo rappresenta un freno alla crescita nazionale data la scarsità di risorse a disposizione soprattutto della piccola e media impresa. Da un lato, in un regime di tassi in crescita è un bene avere imprese poco indebitate, ma avere imprese caratterizzate da poca leva finanziaria è spia della refrattarietà ad investire dei nostri imprenditori, e quindi bassa produttività e crescita del sistema. I prossimi mesi saranno importanti perché nella messa a terra del PNRR può essere un’importante chiave di volta per la gestione dei flussi di denaro pubblico e del risparmio privato a sostegno degli investimenti del nostro Paese. In questo contesto, abbiamo le competenze per essere un attore rilevante nel nostro Paese”.


Parlando dunque di expertise e capacità di gestione di asset alternativi, Sbroggiò è entrato nel vivo dell’approccio distintivo di Finint SGR negli investimenti.


Qual è il target della clientela e alla luce dell’acquisizione di Banca Consulia (rebrandizzata in Finint Private Debt) in quale direzione si sta muovendo la società?


Focus sulla clientela

“La nostra esperienza ci mette nelle condizioni di creare portafogli in grado di soddisfare le esigenze della clientela istituzionale ma anche di quella private con risposte flessibili e aderenti alle necessità di risparmi di diverse dimensioni e diversa propensione al rischio”.


Il valore aggiunto di Finint SGR…

“L’esperienza e le conoscenze del nostro team di gestori sono a disposizione totale e diretta nel rapporto con il cliente, sia esso un investitore istituzionale, una persona fisica oppure una rete di distribuzione”.


…e quello di Banca Consulia (Finint Private Bank)

“Il nostro target è sempre stato fondamentalmente quello degli investitori istituzionali (fondi pensione, casse di previdenza, compagnie assicurative e fondi di fondi) ma stiamo allargando il nostro bacino per coprire meglio le esigenze dei patrimoni privati, come ad esempio i Family Office e la clientela UHNW, e stiamo iniziando con l’approccio alle reti di distribuzione per mettere a disposizione le nostre expertise nel campo degli investimenti alternativi”.


Il ruolo del legislatore 

“Sono stati fatti molti passi in avanti, guardando il mondo retail, per avvicinare il mercato private alle soluzioni che presidiamo. Tuttavia, mentre l’interesse degli investitori istituzionali e della clientela professionale è sempre più elevato, sul fronte delle reti sono ancora poche le realtà che mettono a disposizione prodotti alternativi, al netto di alcune soluzioni captive distribuite da alcune delle maggiori realtà italiane”.


Il ruolo centrale delle reti di distribuzione

“La nostra volontà è quella di distribuire attraverso la rete di Finint Private Bank ma non solo: vogliamo appoggiarci anche ad altre reti, forti della nostra capacità di fare education derivante dall’expertise delle nostre risorse”.


Avvicinare l’industria private ai mercati alternativi porta con sé non poche difficoltà. Sbroggiò ha concluso il suo intervento a Insight Channel focalizzando i prossimi passi e progetti del Gruppo in questa direzione.  


Il ruolo dell’education

“Riprendo la terza domanda dove ho lasciato la seconda: sul ruolo dell’education. Manca in Italia. Quella capacità di saper raccontare in modo semplice soluzioni complesse. Noi sappiamo farlo e ci rendiamo disponibili a farlo, mettendo in campo tutto il know-how dei nostri gestori”.


La liquidabilità dei prodotti

“Si tratta di un altro aspetto importante, quello relativo alla mis-perception del tema liquidabilità dei prodotti. Ma molto spesso questo è un non problema, dal momento che la prospettiva dei portafogli private non è mai a breve termine. Il fatto che non siano prodotti liquidi non è un maggiore fattore di rischio, e l’illiquidità rappresenta l’elemento base per accrescere il piano di rendimento”.


Cosa sta facendo Finint SGR per avvicinare il mercato private agli alternativi

“Stiamo lanciando il nostro primo ELTIF, soluzione che rende possibile l’accesso agli alternativi anche per patrimoni di minore entità. Nel quarto trimestre, lanceremo anche un fondo di fondi di private capital che raccoglie tutte le nostre competenze nei fondi alternativi legate al mondo corporate per mettere insieme in una unica soluzione e proporle alle reti di distribuzione. Negli ultimi anni, inoltre, stiamo istituendo dei fondi UCITS che replichino i portafogli alternativi, beneficiando dell’expertise su questa asset class ma entro i limiti della normativa UCITS, con livelli di concentrazione più bassi e ratio più stringenti riferite alla componente liquida del portafoglio”.


La sfida            

“Nella nostra strategia, credo sia importante lanciare una sfida alle principali case di distribuzione dei prodotti di risparmio gestito in Italia: bisogna essere curiosi, cercare competenze nel nostro Paese e cercare soluzioni disegnate su ciascuna esigenza, così che si possa sfruttare chi, come noi, ha track record significativi alle spalle, expertise e capacità di innovazione”.



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